La diffusione territoriale

In Europa, la PSA ha fatto il suo primo ingresso in Portogallo negli anni ’50, forse attraverso scarti alimentari provenienti dall’Africa (nell’Africa sub-sahariana la peste suina africana è endemica). Dal Portogallo la PSA si è poi estesa alla penisola Iberica, dalla quale è stata eradicata negli anni ’90.  

Nel 2007 è stata segnalata in Georgia per poi diffondersi a Russia, Ucraina e Bielorussia.

Dal 2014 un’importante epidemia di Peste Suina Africana sta interessando alcuni Paesi dell’Est Europa. La malattia è attualmente diffusa in Polonia, Germania, Estonia, Lettonia, Slovacchia, Grecia, Lituania, Romania, Ungheria, Bulgaria: ad oggi sono stati registrati migliaia di focolai negli allevamenti di suini domestici e nei cinghiali selvatici.

Nel giugno 2017 la Repubblica Ceca ha notificato una positività da PSA in un cinghiale morto. Vista la distanza dai territori già colpiti dall’epidemia, con ogni probabilità l’introduzione del virus da aree infette è avvenuta tramite carni o prodotti a base di carne di suino o cinghiale infetti. Ad aprile 2019 la Repubblica Ceca ha riacquisito lo stato di indennità

A settembre 2018 il Belgio ha segnalato i primi casi di malattia nei cinghiali selvatici, facendo registrare un preoccupante balzo in avanti della PSA verso l’Europa occidentale; grazie a un piano di controllo rigoroso e costoso, il Paese ha eradicato la malattia a fine 2020.

A settembre 2020 il virus è arrivato in Germania ed è stato rilevato in alcune carcasse di cinghiale nelle zone immediatamente a ridosso del confine con la Polonia.

Fuori dall’UE, la PSA sta interessando alcuni Paesi africani, Russia, Ucraina, Moldova, Cina, India, Filippine e diverse aree dell’Estremo Oriente.

IN ITALIA

In Italia la PSA è stata presente dal 1978 in Sardegna, sia nella popolazione di maiali domestici, allevati per lo più allo stato brado o semibrado, sia nel cinghiale, ma, dalla Sardegna, non ha mai varcato i confini dell’Italia continentale. In assenza, dal 2018, di focolai nel settore domestico e stante un numero esiguo di casi nel selvatico, di tipo sierologico, a dicembre 2022, sono state revisionate le zone di restrizione del territorio sardo, ai sensi del Reg (UE) 2023/594, con una rimodulazione più favorevole in termini di limitazioni alle movimentazioni.

Il 7 gennaio 2022 per la prima volta il virus è stato notificato nell’area continentale a seguito di conferma di positività in una carcassa di cinghiale rinvenuta nel comune di Ovada (AL), in Piemonte. A pochi giorni di distanza sono state notificate nuove positività in carcasse di cinghiali non solo in Piemonte ma anche  in Regione Liguria, nelle province di Genova e Savona.

Il 5 maggio 2022 l’infezione è stata riscontrata in un cinghiale nel territorio di Roma e il 9 giugno ha interessato dei suini allevati a poca distanza dalla zona di rinvenimento della prima carcassa. Successivamente sono stati notificati nuovi casi in cinghiali rinvenuti morti in provincia di Reggio Calabria (5 maggio 23) e in provincia di Salerno (22 maggio 23). In Calabria vi è stato il coinvolgimento anche di due piccoli allevamenti, distanti circa 20 km dal comune sede dei primi ritrovamenti.

A seguito dei riscontri di positività dei selvatici sono state istituite le zone di restrizione previste dapprima dal Regolamento (UE)  2021/605 e poi dal Reg (UE) 2023/594 e adottate misure di controllo ed eradicazione della Peste Suina Africana mediante Ordinanze del Commissario Straordinario per la PSA.

Il profilo genetico del virus isolato sul territorio continentale mostra somiglianza con quello circolante in Europa, mentre è completamente diverso dal virus sardo. Si stima che la via di ingresso sia legata alle attività dell’uomo, come l’abbandono nell’ambiente di resti di alimenti a base di carne suina non controllati e provenienti da Paesi infetti e il trasporto del virus mediante mezzi di locomozione, movimentazioni degli animali selvatici (cinghiali).

A Giugno 2023 la PSA è stata riscontrata anche in cinghiali nel territorio della Regione Lombardia, in provincia di Pavia e a fine Agosto è stata riscontrata in alcuni allevamenti di suini nella medesima provincia.

A seguito del riscontro di positività in allevamento sono state immediatamente adottate, come previsto dalle norme comunitarie e nazionali, le misure di eradicazione necessarie per estinguere i focolai. Al contempo, sono state istituite, ai sensi del Reg (UE) 2020/687, le zone di protezione e sorveglianza di limitazione e regolamentazione delle movimentazioni di animali vivi, prodotti, carcasse e sottoprodotti, volte a impedire la diffusione dell’infezione.

Ultimo aggiornamento: 05/10/2023