Piano di controllo e certificazione della rinotracheite infettiva bovina

COS' È LA RINOTRACHEITE INFETTIVA BOVINA?

E' una malattia altamente contagiosa del bovino causata da herpes virus.
Si tratta di una forma respiratoria acuta caratterizzata da febbre (40,5-41,5°C), dispnea, congiuntivite, scolo nasale, tosse con diminuzione dell’appetito, diminuzione del peso corporeo e calo della produzione lattea. E’ associata ad aborti nelle bovine al 4-5° mese di gestazione e a morte in vitelli di 4-6 mesi di età per meningoencefalite.
Il virus è inoltre responsabile di forme genitali (vulvovaginite pustolosa infettiva (IPV) nelle femmine e balanopostite nei maschi).
Gli animali guariti diventano portatori asintomatici del virus che resta in forma latente fino ad eventuali eventi immunosoppressivi che ne determinano la riattivazione.
Oltre ai danni diretti derivanti dalla forma clinica la malattia comporta danni indiretti per restrizioni alla commercializzazione degli animali sieropositivi e del materiale seminale.
Per maggiori informazioni sulla malattia si rimanda al sito del Centro di referenza nazionale per la Rinotracheite infettiva bovina presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, alla pagina http://www.izsum.it/IZSUM/Common/pages02/wfContent.aspx?IDMAP=621  

QUALI SONO GLI OBBLIGHI DI NORMA PER L’IBR?

Casi sospetti di infezione (forme cliniche riconducibili a rinotracheite infettiva bovina o positività diagnostiche su latte di massa per herpes virus bovino tipo 1 (BHV1) in allevamenti sieronegativi) e casi confermati (forme cliniche riconducibili a rinotracheite infettiva bovina e contestuale positività diagnostica per BHV1) devono essere obbligatoriamente segnalate al Distretto Veterinario competente per territorio sull'allevamento.
Negli allevamenti da riproduzione della regione Lombardia è vietato introdurre animali sieropositivi per IBR.
Con Decreto n. 1013 del 17 febbraio 2016, regione Lombardia ha emanato il Piano regionale di controllo e certificazione della rinotracheite infettiva bovina, con il quale ha disposto un sistema di classificazione degli allevamenti e dei territori in base al rischio. Obiettivo del piano è ridurre la sieroprevalenza degli allevamenti bovini da riproduzione e raggiungere lo stato di indennità territoriale.
Lo stato sanitario per IBR di tutti gli allevamenti bovini e bufalini da riproduzione della regione Lombardia è definito ed aggiornato in base agli esiti dell’attività di sorveglianza. Bovini e bufalini sono sottoposti a indagine sierologica per BHV1 in occasione delle attività di profilassi obbligatoria e delle movimentazioni tra allevamenti da riproduzione. Negli allevamenti da latte sieronegativi non aderenti al piano ad adesione volontaria, l’accertamento diagnostico per IBR è effettuato anche sul latte di massa, contestualmente a quello effettuato per brucellosi. Gli allevamenti sono classificati a basso, medio o alto rischio.
Sulla base di una percentuale di allevamenti ad alto rischio superiore al 30 % degli allevamenti da riproduzione, attualmente il territorio di competenza della ATS di Brescia è stato classificato ad alto rischio per IBR.
In tutti gli allevamenti bovini da riproduzione ad alto rischio e a medio rischio del territorio della ATS di Brescia, i capi non infetti si possono movimentare verso altri allevamenti da riproduzione solo a condizione che siano vaccinati e che abbiano completato l’intervento immunizzante almeno da 15 giorni prima della movimentazione.
Sono inoltre soggetti all’obbligo della profilassi immunizzante gli animali degli allevamenti bovini che praticano l’alpeggio con positività per BHV1 (indipendentemente dalla prevalenza dell’infezione) o di stato sanitario sconosciuto.
Il piano vaccinale, basato esclusivamente sull’utilizzo di vaccino marker deleto, eseguito sotto la responsabilità del veterinario aziendale, deve essere concordato con il servizio veterinario del distretto veterinario competente per territorio e con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna (IZSLER), sede di Brescia (dott. Alborali).  

CHE COSA SI PUÒ FARE PER CONTRASTARE L’IBR?

Il medesimo Decreto regionale n. 1013 del 17 febbraio 2016 prevede un piano di certificazione per BHV1 ad adesione volontaria che consente di acquisire e mantenere la qualifica sanitaria di allevamento sieronegativo o indenne da BHV1. Da allevamenti aderenti indenni o sieronegativi è consentito movimentare animali senza effettuazione del test pre moving.Il piano volontario si basa sull’adozione di adeguate misure di biosicurezza volte a prevenire l’introduzione del virus in allevamento e/o a limitarne la diffusione e sul rispetto di uno specifico piano aziendale, predisposto, in allevamenti a medio e alto rischio, da un veterinario aziendale individuato dall’allevatore (“veterinario responsabile del piano”), recante misure per il miglioramento dello stato sanitario dell’allevamento, tra le quali il programma vaccinale con vaccino marker deleto. Tale piano deve essere concordato con il servizio veterinario del distretto veterinario competente per territorio e con l’IZSLER, sede di Brescia. 

COME SI ADERISCE AL PIANO AD ADESIONE VOLONTARIA?

Per aderire al piano regionale di certificazione ed ottenere la qualifica l'allevatore deve presentare apposita domanda (allegato 1).

I COSTI

I costi dei prelievi sono a carico del Servizio Sanitario Regionale se effettuati insieme alle operazioni di bonifica sanitaria o altri controlli ufficiali o al fine dell’attività di sorveglianza (esclusa quella svolta per la movimentazione) altrimenti sono a carico dell’allevatore.
I costi della profilassi immunizzante sono a carico dell’allevatore, fatta salva diversa indicazione da parte della Regione per i capi destinati all’alpeggio.

RIFERIMENTI LEGISLATIVI (NORMATIVA):

MODULISTICA

Ultimo aggiornamento: 24/01/2024