Prevenzione del tumore del collo dell’utero Dal Pap al test HPV

 

Atti del Convegno

 

Presentazione
La persistenza dell’infezione con tipi ad alto rischio di HPV (HR-HPV) è la condizione necessaria per lo sviluppo del carcinoma della cervice e dei suoi precursori. Il carcinoma della cervice uterina è attribuibile nella quasi totalità dei casi (99%) ad HPV. Esiste una chiara evidenza scientifica che uno screening con test clinicamente validati per il DNA di HPV oncogeni come test di screening primari e con un protocollo appropriato è più efficace dello screening basato sulla citologia nel prevenire tumori invasivi del collo dell’utero. L’ultimo Piano Nazionale della Prevenzione prevede che le Regioni riconvertano i loro programmi di screening dal pap test al test HPV per le donne al di sopra dei 30-35 anni di età entro il 2018. La deliberazione di Regione Lombardia n°X/5954 del 05/12/2016 prevede: “... l’introduzione dello screening per la cervice uterina con il test per HPV DNA test, … ”. L’introduzione del test HPV come test di screening primario impone un importante cambiamento rispetto al sistema di screening basato sulla citologia. Peraltro, le conoscenze sullo screening con HPV sono tuttora in rapida evoluzione. Lo screening con il test HPV implica problemi organizzativi legati alla necessità di triage, alla complessità dei protocolli e alla riconversione delle attività di lettura della citologia. Il requisito fondamentale per introdurre programmi di screening basati sul testHPV come test primario è la capacità di garantire l’applicazione di protocolli di screening appropriati.

OBIETTIVI FORMATIVI
• Informazione sulle normative nazionali e regionali
• Aggiornamento relativo alla letteratura scientifica di riferimento
• Presentazione delle nuove modalità operative del programma di screening della cervice
• Rafforzamento della collaborazione fra gli operatori che si occupano a vario titolo dello screening con il 
  Centro Screening di ATS Brescia.

Ultimo aggiornamento: 29/02/2024