Screening per la prevenzione del tumore colon retto

Il tumore del colonretto è un tumore dell’ultima parte dell’intestino. Rappresenta la seconda causa di morte per tumore sia negli uomini (dopo il tumore del polmone) sia nelle donne (dopo il tumore della mammella). 
Lo sviluppo di un tumore del colonretto è in genere lento e quasi sempre è preceduto dalla comparsa di lesioni benigne dell’intestino (polipi o adenomi). 
Molto spesso i polipi, ma anche i tumori del colon-retto, non danno alcun disturbo per anni. Uno dei segni precoci della presenza di un polipo o di un tumore del colon-retto, anche nelle sue prime fasi di sviluppo, è il sanguinamento non visibile ad occhio nudo.

L’esame di screening
Il test proposto per la diagnosi precoce del tumore del colonretto si chiama FOBT (Faecal Occult Blood Test che significa ricerca del sangue occulto nelle feci): consiste nella ricerca nelle feci di sangue non visibile a occhio nudo.            

Come si può partecipare al programma di screening
La lettera di invito viene recapitata a domicilio a uomini e donne di età compresa fra 50 e 74 anni, residenti in provincia di Brescia. Con la lettera di invito si può ritirare gratuitamente in farmacia il materiale necessario per l’esecuzione del test.     

Come si esegue
È un esame semplice che si esegue a casa propria e consiste nella raccolta di un piccolo campione di feci che deve essere inserito in una provetta che si ritira in farmacia. Una volta eseguita la raccolta la provetta va riportata in farmacia, il giorno stesso o al massimo il giorno dopo.

Se vuoi conoscere come effettuare il test consulta il video esplicativo 

I risultati
I campioni vengono analizzati dal Laboratorio di Sanità pubblica dell’ATS di Brescia. Se l’esame è negativo, cioè non è stato trovato del sangue, si riceve una lettera al proprio domicilio, 20 giorni circa dopo aver  consegnato la provetta  in farmacia, e si viene reinvitati dopo due anni. Se l’esame è positivo, cioè vengono trovate tracce di sangue, si riceve una telefonata  del proprio Medico oppure di un operatore dell’Unità Operativa Screening di ATS.

  • il 95-96% delle persone che eseguono il test ha un esito negativo;

  • il 4-5% ha invece un risultato positivo, cioè il test registra la presenza di sangue nelle feci;

  • nella gran parte dei casi (nel 60-70%) la presenza di sangue non significa presenza di polipo o di lesione tumorale. Il sanguinamento può  essere dovuto anche ad altre cause, come ragadi, emorroidi o diverticoli.

Se il test è positivo
Il programma di screening prevede che dopo un test positivo per la presenza di sangue venga eseguito un approfondimento con un esame chiamato colonscopia. La colonscopia permette di esplorare tutta la superficie interna del grosso intestino. Se nel corso dell’esame vengono trovati dei polipi si procede immediatamente alla loro asportazione.
La colonscopia gratuita viene prenotata dagli operatori dell’ATS presso uno dei servizi di endoscopia convenzionati.

Quando non è indicato eseguire il test di screening
Il FOBT non è indicato se si ha recentemente eseguito una colonscopia, se sono in corso esami per adenomi o tumori dell’intestino diagnosticati in precedenza oppure se è stata fatta una diagnosi di malattie intestinali croniche (per esempio la rettocolite ulcerosa). In questi casi è opportuno chiamare il numero verde  dello screening.

Si ricorda che...
Come ogni altro esame, anche il test per la ricerca del sangue nelle feci, ha dei limiti: non tutti i polipi o i tumori in fase iniziale si manifestano con sanguinamento e dunque l’assenza di sangue al momento del test non fornisce una sicurezza assoluta sull’assenza di polipi o lesioni tumorali; il sanguinamento può essere intermittente e quindi non rilevabile con certezza al momento del test.

Per questi motivi è molto importante ripetere il test di screening ogni due anni, così come prevede il programma. Indipendentemente dall’esecuzione del test, in caso di disturbi intestinali significativi o di perdite di sangue evidenti con le feci, è opportuno rivolgersi subito al proprio medico di medicina generale.

 

 Opuscolo - Screening prevenzione del tumore del colon

 

Oltre a fattori ereditari, cioè presenza in famiglia di alcune particolari patologie intestinali,
è stato dimostrato che lo stile di vita e l’alimentazione possono influire sul rischio di questo tumore.

Una dieta ipercalorica, con eccesso di grassi animali, carni rosse,
salumi e zuccheri può aumentare il rischio.

 Una dieta ricca di vegetali, cereali e fibre lo riduce.
Anche l’attività fisica riduce la possibilità di ammalarsi.

 

PER INFORMAZIONI E ADESIONI

 

 

dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.30 
centro.screening@ats-brescia.it

Ultimo aggiornamento: 16/04/2024