Sifilide o LUE

Infezione batterica causata dal Treponema pallidum che si sviluppa in diverse fasi o stadi.

Manifestazioni cliniche: differenti a secondo dello stadio di malattia

Stadio primario

Caratterizzato dalla presenza del sifiloma, un’ulcera localizzata comunemente sui genitali, a livello anale, in bocca o in gola. Le localizzazioni extragenitali dei sifilomi sono più rare.

Il sifiloma si presenta come una lesione singola nodulare, rotondeggiante, dura al tatto, non dolorosa né pruriginosa, di colore rosso scuro.

Talvolta la lesione è associata a ingrossamento dei linfonodi limitrofi alla zona dell’infezione.

Tra il contagio e l’insorgenza dei primi sintomi possono passare da 10 a 90 giorni.

L’ulcera guarisce spontaneamente senza esiti nel giro 3-6 settimane, ma la malattia continua il suo corso.

Stadio secondario

Dopo 2-8 settimane, lo stadio primario lascia il posto allo stadio secondario (sifilide secondaria)

Si manifesta con la comparsa sulla pelle della “roseola sifilitica” = macchie rosate di varia forma che interessano prima il tronco e successivamente gli arti, risparmiando il volto.

Tipiche sono le localizzazioni palmo-plantari.

Le manifestazioni cutanee sono spesso accompagnate da una linfoadenopatia generalizzata con linfonodi mobili, duri e indolenti.

Sono possibili manifestazioni sistemiche quali febbre, mal di gola, disturbi gastrointestinali, dolori ossei. Anche senza trattamento i segni e i sintomi della sifilide secondaria scompaiono, ma se non trattata l’infezione progredirà verso lo stadio latente.

Stadio latente

Può durare fino a due anni.

In questo stadio la sintomatologia è assente ma la persona è ancora malata e in grado di trasmettere l’infezione.

Stadio tardivo

Si presenta molti anni dopo il contagio (10-30 anni), se la malattia non è stata trattata.

Può interessare qualsiasi organo.

Le manifestazioni più gravi sono quelle a carico dell’apparato cardiovascolare e del sistema nervoso centrale, mentre quelle più lievi interessano la cute. In questo stadio possono essere interessati anche le ossa, i tendini, lo stomaco, il fegato, la milza e i polmoni.

La sifilide può essere trasmessa dalla madre infetta al nascituro durante la gravidanza, attraverso il passaggio nel canale del parto e con l’allattamento.

Si definisce:

  • sifilide congenita o prenatale quella contratta per via transplacentare durante la gravidanza
  • sifilide connatale quella acquisita al momento del passaggio attraverso il canale del parto.

L’infezione contratta nel corso della gravidanza se non trattata può inoltre determinare aborto, morte neonatale, parto prematuro di neonati di basso peso e/o affetti da malattia generalizzata con danni al sistema nervoso, sordità, malformazioni ossee.

Ricorda!

È importante una diagnosi tempestiva per poter intervenire con una cura efficace con antibiotici specifici (terapia di elezione è la penicillina per via parenterale)

In caso di positività per sifilide, è necessario avvisare i tutti i partner sessuali recenti (almeno degli ultimi tre mesi) perché possano essere testati e trattati con terapia antibiotica di profilassi.

Una pregressa infezione non conferisce un’immunità permanente a un soggetto che sia stato adeguatamente trattato e guarito, il quale pertanto può nuovamente infettarsi in caso di una nuova esposizione.

Ultimo aggiornamento: 22/01/2024