Il sistema di segnalazione rapido e le misure di prevenzione

Data l’attuale preoccupante situazione epidemiologica è essenziale:

  • attivare un sistema di segnalazione che garantisca una immediata identificazione della malattia
  • adottare misure di prevenzione per evitare l’ingresso del virus nel nostro territorio

Pertanto, è d’obbligo segnalare alle Autorità competenti (Polizia provinciale e servizi veterinari), in modo da poter condurre gli opportuni accertamenti:

  • la presenza di carcasse di cinghiali morti in ambiente naturale
  • cinghiali poco o scarsamente reattivi che sono stati abbattuti, ad esempio in prossimità di centri abitati
  • la presenza di cinghiali deceduti in esito a incidenti stradali Di seguito sono riportate sinteticamente le responsabilità in capo a ciascuno

 

 

Sono diversi gli attori coinvolti, chiamati a collaborare con le Autorità competenti cittadini e turisti, cacciatori e allevatori, ognuno con il proprio ruolo attraverso la segnalazione rapida di sospetti e l’applicazione di misure di prevenzione. 

CLICCA QUI “Peste Suina Africana informazioni per categoria”- locandina Ministero Salute

 

INFORMATIVA PER CITTADINI, TURISTI E AUTOTRASPORTATORI – Versione Stampabile

Nella dinamica della diffusione della malattia a lunga distanza, attenzione particolare va rivolta al trasporto da parte di viaggiatori di carni e/o prodotti a base di carne di suino e cinghiale non sottoposte a controlli sanitari e non autorizzati di provenienza da Paesi sotto restrizione per la presenza della PSA (fuori dai circuiti della filiera alimentare ufficiale o introdotte illegalmente).

Tutti coloro che transitano o rientrano ciclicamente in Italia in provenienza da aree in cui la malattia è presente, possono rappresentare veicoli inconsapevoli di trasmissione del virus agli animali attraverso pratiche igieniche o di smaltimento di rifiuti alimentari non corrette.

E’ pertanto essenziale rispettare le seguenti misure precauzionali:

  • non portare in Italia, dalle zone infette comunitarie, prodotti a base di carne suina o di cinghiale, quali, ad esempio, carne fresca e carne surgelata, salsicce, prosciutti, lardo, salvo che i prodotti non siano etichettati con bollo sanitario ovale
  • non portare in Italia prodotti a base di carne suina o di cinghiale, freschi o surgelati, salsicce, prosciutti, lardo da qualsiasi Paese extra-europeo
  • smaltire i rifiuti alimentari in contenitori chiusi e non somministrarli per nessuna ragione ai suini domestici
  • non abbandonare rifiuti alimentari in aree accessibili agli animali (ad es. aree picnic ….)

CLICCA QUI Peste Suina Africana come smaltire i residui di carne – locandina Ministero Salute

CLICCA QUI Peste Suina Africana locandina multilingue – locandina Ministero Salute

  

INFORMATIVA PER CACCIATORI – Versione Stampabile

La Peste Suina Africana, quando colpisce le popolazioni di cinghiali, può determinarne una significativa diminuzione fino anche, in casi estremi, portare alla scomparsa dei cinghiali. La pratica venatoria può essere limitata o vietata nelle aree infette o a rischio di infezione.

I cacciatori devono adottare alcune misure precauzionali volte a evitare la diffusione del virus, in particolare evitando la dispersione di sangue, feci o fluidi corporei dei cinghiali, smaltendo adeguatamente i visceri degli animali cacciati e sottoponendo ad accurata pulizia e disinfezione attrezzature, vestiario e stivali utilizzati.

I disinfettanti efficaci sono elencati nel Decreto n.16743 del 16/11/2018 di Regione Lombardia “Attuazione delle misure sanitarie per la prevenzione della peste suina africana (PSA) in Lombardia”

Inoltre i cacciatori, in quanto frequentatori e conoscitori dell’habitat selvatico svolgono un ruolo chiave nel sistema di segnalazione tempestiva.

In tale ottica devono:

  • segnalare la presenza di cinghiali morti alle Autorità competenti (Polizia Provinciale e ATS)
  • eseguire i campionamenti sui cinghiali abbattuti per motivi di caccia e/o contenimento della popolazione 

CLICCA QUI Peste Suina Africana informativa per Cacciatori - Pieghevole 

 

INFORMATIVA PER ALLEVATORI – Versione Stampabile

I cinghiali selvatici, liberi di avvicinarsi alle zone antropizzate, possono rappresentare uno dei mezzi di diffusione del virus, qualora dovessero poter entrare in contatto con i suini di allevamento.

E’ d’obbligo pertanto scongiurare i contatti anche indiretti con cinghiali o maiali di altri allevamenti.

Chi accudisce i suini o chi può venire a contatto con i suini, non deve aver praticato attività venatoria nei confronti del cinghiale nelle 48 ore precedenti l’ingresso in azienda.

Sono vietate:

  • l’introduzione in allevamento di alimenti a base di carne di suini o cinghiali provenienti dalla filiera rurale
  • la somministrazione ai suini di alimenti a base di carne di suini o cinghiali provenienti dalla filiera rurale
  • la detenzione per i lavoratori dipendenti di allevamenti suinicoli intensivi, di suini o cinghiali allevati a carattere rurale

In aree a rischio di contatto con i cinghiali selvatici inoltre le strutture dell’allevamento non devono permettere il contatto degli animali allevati con i selvatici.

Gli allevamenti intensivi devono inoltre rispettare i requisiti di biosicurezza, di natura strutturale e gestionale definiti dal Decreto n. 16743 del 16/11/2018 di Regione Lombardia “Attuazione delle misure sanitarie per la prevenzione della Peste Suina Africana (PSA) in Lombardia” che sono volti a evitare l’introduzione del virus attraverso barriere fisiche che impediscano l’accesso incontrollato all’allevamento e misure preventive di pulizia e disinfezione.

E’ fatto obbligo di segnalare tempestivamente ai Servizi Veterinari eventuali sospetti di PSA.

Gli elementi da prendere in considerazione nei suini sono:

  • febbre con morbosità e mortalità in suini di ogni età
  • febbre con sindrome emorragica; emorragie petecchiali ed ecchimosi, specialmente nei linfonodi, nei reni, nella milza e nella vescica, ulcerazioni della cistifellea

Ultimo aggiornamento: 27/11/2024