Inaugurata a Carpenedolo la “Casa di Nemo”, nucleo residenziale specialistico per le persone con SLA, luogo ponte tra ospedale e domicilio, prima realtà in Italia.

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Il 18 settembre, Giornata Nazionale della SLA, è stato inaugurato a Carpenedolo, il primo centro residenziale specialistico in Italia per chi convive con la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), definito dai pazienti “Casa di NeMO”. Questa struttura sociosanitaria, gestita dalla Fondazione Santa Maria del Castello rappresenta un luogo ponte tra l’ospedale e il domicilio.
Il centro di Carpenedolo nasce dall’impegno congiunto di ATS Brescia e Regione Lombardia, dall’esperienza dei Centri NeMO e dal sostegno di AISLA. L’apertura del centro è stata possibile grazie alla generosità della signora Gioconda Bozzola, che, in memoria del marito affetto da questa patologia, ha contribuito con una donazione.
Questo progetto sperimentale rappresenta una tappa significativa nella lotta contro la SLA e una testimonianza dell’impegno di ATS Brescia, un sostegno concreto nei confronti di chi affronta questa patologia ogni giorno.
Claudio Sileo, Direttore Generale di ATS Brescia ha così commentato: <<Il progetto sperimentale per i malati di SLA e di malattie neurodegenerative che prende vita presso la Fondazione S. Maria del Castello di Carpenedolo nasce da un’idea innovativa maturata anni fa in molti e condivisa da molti e realizzata con ferma volontà dagli stessi che ci hanno creduto fino in fondo. Era chiara a tutti la necessità dei malati e delle loro famiglie di avere risposte ai bisogni emergenti che mancavano rispetto all’eccellente cura presso i Centri NeMO di Milano e di Gussago (BS), alle cure domiciliari ed alla prospettiva di una residenzialità definitiva in una RSA. L’intuizione vincente è che si dovesse realizzare un luogo fisico residenziale, della stessa elevata eccellenza dei Centri NeMO, per periodi transitori, come un “cuscinetto” tra il ricovero ospedaliero ed il domicilio, garantendo non solo cure adeguate ai malati, ma anche assistenza alle loro famiglie nel ruolo di caregiver. Decisiva per la Fondazione è stata la generosità della signora Gioconda Bozzola che, nella memoria del marito malato di SLA, curato a casa e poi deceduto, ha voluto donare un cospicuo importo proprio per il reparto. La sua storia e la sua forza nel sostenere tutti, istituzioni comprese, in questi anni, è stata determinante ed è stato il mio primo pensiero quando ho firmato il decreto, come Direttore Generale di ATS, di assegnazione formale del nuovo progetto alla Fondazione, a seguito di procedura di evidenza pubblica. Avevamo finalmente tagliato il traguardo e in un caldo giorno di fine luglio ho sentito il bisogno di partire da Brescia, andare a Carpenedolo, bussare alla porta della casa della signora Gioconda per darle in anteprima assoluta la “bella notizia” che tanto aspettava: l’idea, il sogno di tanti, il suo sogno era realizzato ed abbiamo condiviso un momento speciale. Tra i tanti che ci hanno creduto ci siamo stati noi di ATS e Regione Lombardia, perché questo è davvero un progetto speciale, unico non solo in Lombardia, ma anche a livello nazionale e ci aspettiamo molto dai risultati che sicuramente otterremo, perché il progetto faccia da apripista per altri progetti che migliorino davvero le condizioni di vita di malati e famiglie.>>
Il Direttore di ATS Brescia, Dott. Claudio Sileo, ha presenziato all’inaugurazione, segue intervista ad Adnkronos e alcuni momenti salienti della serata.
Struttura e servizi della “Casa di NeMO”
- 1.650 mq con 20 camere (18 singole, 2 doppie), bagni privati, domotica, home cinema, pannelli luce naturale, palestra attrezzata, soggiorno per familiari e sala da pranzo con angolo cucina.
- Monitoraggio avanzato parametri vitali attraverso un dispositivo medico indossabile che monitora in tempo reale parametri complessi, registrandoli direttamente nella cartella clinica informatizzata.
- Progetto sanitario sperimentale ad alta intensità assistenziale, ricoveri fino a 90 giorni.
- Garantisce continuità post-acuzie e ricoveri di sollievo, senza sostituire la domiciliarità.
- Interamente a carico del Sistema Sanitario Regionale.
Per le modalità di accesso alla struttura: Fondazione Santa Maria del Castello
Ultimo aggiornamento: 22/09/2025